Dalla postfazione di Pietro Deandrea: “Blackbird, Bye Bye è l’undicesima raccolta di Moniza Alvi, nata a Lahore nel 1954 da padre pakistano e madre inglese, e cresciuta in Inghilterra sin da quando aveva pochi mesi d’età. Ricorrono nella sua opera i temi urgenti della nostra contemporaneità, come multiculturalismo, identità, migrazioni, e anche razzismo. Ma critici, lettori e i numerosi premi ricevuti ne riconoscono il talento di saper affrontare argomenti grevi con un linguaggio semplice, talvolta vicino al prosaico – e di saper costruire, con quella stessa cifra linguistica, affascinanti immagini surreali ed oniriche, quando non metafisiche”.
Less, much less
He hardly spoke any words
only two –
or you could call it one
the last thing
he said
was bye-bye
flight-feathers
veined and hairlike
with interlocking barbules
of sound
the bye-bye trapped
a breath of air
the two linked words
drifted out
on a calm lake
that lay there
with a single purpose –
to receive final words
and allow them
to drift on its surface
out and further out
on the lake of thought
and composure
encircled by mountains
the simple phrase
soared upwards
to the highest peak
where it would be planted
like a flag
would eventually be enshrined
each identical word carefully
balanced either side
of the invisible join –
like baby talk
he put equal emphasis
on each word
his face was pinched
and his bird beak
very prominent
there have never been
two joined words
with so much space around them
pack up all my cares and woes
light the light
I’ll arrive late tonight
blackbird bye bye
bye
*
Meno, molto meno
A malapena riusciva a parlare
soltanto due parole –
o forse si potrebbe dire una
l’ultima cosa
che lui ha detto
è stata bye-bye
penne remiganti
venate e simili a capelli
con barbule intrecciate
di suono
il bye-bye imprigionato
in un soffio d’aria
le due parole legate
alla deriva
su un lago calmo
che stava là
con un solo scopo –
accogliere ultime parole
e permettere loro
di andare alla deriva sulla sua superficie
lontano e ancor più lontano
sul lago del pensiero
e della compostezza
cinto da montagne
la semplice espressione
si librava verso l’alto
fino alla cima più elevata
dove sarebbe stata piantata
come una bandiera
e infine consacrata
ogni identica parola in attento
equilibrio sui due lati
del raccordo invisibile –
come un discorso da bimbo
metteva uguale enfasi
su ogni parola
aveva il viso smunto
e il becco d’uccello
molto prominente
non ci sono mai state
due parole unite
con così tanto spazio intorno
metti in valigia tutte le mie paure e i miei guai
accendi la luce
arriverò a notte tarda ormai
blackbird bye bye
bye