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Flèche. Poesia della scherma

Autrice: Mary Jean Chan
Traduzione e cura: Giorgia Sensi
Testo a fronte: Inglese
Collana: Interno Books
ISBN: 978-88-85583-98-6
Data di pubblicazione: 6 aprile 2023
Pagine: 176
Formato: 13×19 cm

14,25

Product ID: 9862 Categoria:
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La parola «Flèche», termine specifico della scherma, uno sport che l’autrice praticava da adolescente a Hong Kong, dove è nata e cresciuta, indica la frecciata, il movimento della lama all’attacco dell’avversario. Le tecniche della scherma costituiscono la metafora più adatta alla rappresentazione in forma di versi dello scontro/incontro tra culture, lingue e identità di genere evocati nella raccolta di Mary Jean Chan, «la bimba che voleva essere / maschio», i conflitti che il suo orientamento sessuale ha creato nel rapporto a volte traumatico con la madre, e il suo desiderio di essere amata e accettata. In queste poesie Mary Jean Chan scava nella complessità dei suoi rapporti famigliari e affettivi e della sua irrisolta identità, identità allo stesso tempo culturale, sociale, personale e linguistica.

 

 

Always

Do you ever write about me?
Mother, what do you think?
You are always where I begin.
Always the child who wanted to be
a boy, so you could be spared
by your mother-in-law.
Always the ear that hears you
translating my poems
with a bilingual dictionary.
Always the pen dreaming
it could redeem the years
you fled from, those
Red-Guarded days
and nightmares. Always
the mind’s eye tracing
your frantic footsteps
towards the grandfather
I would never meet.
Always the lips wishing
they could kiss those mouths
you would approve of.

 

Sempre

Scrivi mai di me?
Mamma, cosa pensi?
Tu sei sempre dove io comincio.
Sempre la bimba che voleva essere
maschio, così saresti stata risparmiata
da tua suocera.
Sempre l’orecchio che ti sente
tradurre le mie poesie
con un dizionario bilingue.
Sempre la penna che sogna
di poter redimere gli anni
da cui sei fuggita, quelle
giornate di Guardie Rosse
e quegli incubi. Sempre
l’occhio della mente che segue
i tuoi passi affannati
verso il nonno
che non avrei mai conosciuto.
Sempre le labbra che desiderano
di poter baciare le bocche
che tu approveresti.

 

 

*

 

 

This Grammatical Offer of Uniqueness is Untrue

I have never said mother
my entire life she speaks
Shanghainese and Mandarin
and Cantonese knows select
phrases in French or English
words like sophisticated multi-
syllabic she would pluck
them like sudden notes
from a warbler’s throat
her magic sleight of hand
at a dinner party where one
of the guests is an elderly
white man (professorial)

when I say mother I mean
all those mothers I have
witnessed or envisioned
mothers of history and
mothers of our present
historical moment all
desperately trying to love
their children even those
the laws have deemed as
unworthy as washcloths
tumble-dried for the last
time dirt-ridden beyond help

 

Questa offerta grammaticale di unicità è falsa

Non ho mai detto mother
in tutta la mia vita lei parla
shangainese e mandarino
e cantonese conosce alcune
espressioni in francese o
inglese, parole come
il polisillabo sophisticated
che sa cogliere come note
inaspettate dalla gola
di un fringuello
un magico gioco di prestigio
a una cena dove uno
degli ospiti è un anziano
signore bianco (professorale)

quando dico mother intendo
dire tutte le madri che ho
visto o immaginato
madri storiche e
madri del nostro momento
storico tutte disperatamente
impegnate ad amare
i loro figli anche quelli
che le leggi hanno giudicato
indegni come stracci
asciugati nell’asciugatrice
per l’ultima volta
sudici senza scampo

 

 

*

 

 

Flèche

History

At the age of thirteen, I wielded a blade because I had a firm grip, I was in love with Shakespeare, and the school team needed an épéeist. When my mother flew to Linz to watch me go 3-4 down against a former champion, she gripped the railing until her marriage ring was folded into flesh.

Storia

All’età di tredici anni, impugnai una lama perché avevo una presa ferma, ero innamorata di Shakespeare, e la squadra della scuola aveva bisogno di un’ épéeist. Quando mia madre volò a Linz e mi vide perdere 3-4 contro una ex-campionessa, strinse tanto forte il parapetto che la fede le si impresse nella carne.

*

Strategy

You never duel against the same person, even if it is the same person. On the piste, once the blades are tilted upwards to signify respect, you recalibrate to thwart their every move. She was disarmed by my tears, a timeout to breathe through the yellowing bruise on my pale, yellow skin.

Strategia

Non combatti mai contro la stessa persona, anche se è la stessa persona. Sulla pista, una volta che le lame sono alzate in segno di rispetto, devi fare in modo di contrastare ogni loro mossa. È stata disarmata dalle mie lacrime, una pausa per riprendermi dal livido giallastro sulla mia pallida pelle gialla.

Nota biografica

Mary Jean Chan è nata e cresciuta a Hong Kong, ora vive a Oxford, dove è Senior Lecturer di Scrittura Creativa (Poesia) alla Oxford Brooks University, e supervisor dei Masters in Creative Writing all’Università di Oxford. Inoltre è Ledbury Poetry Critic, e editor di Oxford Poetry. La sua prima pubblicazione, il pamphlet A Hurry of English, è stato scelto come Poetry Book Society Summer Pamphlet Choice 2018. Nel 2017, la sua poesia ‘//’ è stata inclusa nella shortlist del Forward Prize come Best Single Poem. Nel 2018 ha vinto il Geoffrey Dearmer Prize e nel 2019 un Eric Gregory Award. La raccolta Flèche (Faber & Faber, 2019) ha vinto il prestigioso Costa Book Award 2019 per la poesia, e nel 2020 è stata finalista dell’International Dylan Thomas Prize. È stata co-editor con Will Harris del numero di primavera 2020 di The Poetry Review e con Andrew McMillan dell’antologia 100 Queer Poems (Vintage, 2022).