Antonio Ferrara, scrittore e illustratore tra i più noti nel panorama nazionale, imbocca la strada della poesia offrendo al pubblico un’opera prima che stupisce per la trasparenza dei contenuti e la felice combinazione stilistica e di poetica. C’è in questi versi l’indicazione di un cammino, una luce che illumina la strada percorsa negli anni, attraverso una voce che ha recuperato l’innocenza di un bambino, consapevole che “chi cresce senza amore / non se lo scorda, / gli dura tutta la vita / dentro, come un buio”. In “Fratture a legno verde”, come sottolinea Aldo Ferraris nella prefazione, è dunque presente “un narrare che lentamente si scioglie in consapevolezza terapeutica, in parola che guarisce, che restituisce alla realtà la sua cocciuta antica resistenza, la sua capacità salvifica di creare”.
Lasciami sanguinare,
non bendare la ferita
che come lama
mi percuote il cuore
e mi ricorda sbagli,
mi rinnova
tagli e non li cuce.
Mi lega i pensieri,
la vergogna,
mi riduce a un bambino
che sogna le paure.
Lasciami sanguinare
senza cure ancora
un po’ lo stesso,
ché forse l’ho capita,
adesso so che forse
è proprio questo,
la mia vita:
bendare la tua lama,
mostrare la ferita.
*
Nel parco ho visto
gli occhi compassionevoli
dei cani e ti ho pensato.
Odore di terra smossa
e i vermi sotto a brulicare,
e ti ho pensato.
Essere amati è tutto.
Chi cresce senza amore
non se lo scorda,
gli dura tutta la vita
dentro, come un buio.
*
Di questa storia
mi manca l’inizio
la fine la so:
una sedia dura
un letto da fachiro
un asciugamano
ruvido e bagnato.
È finita
finita la vita
l’ultima frase pa’
me la dicesti
con gli occhi aguzzi
il fiato secco
le dita conficcate al lenzuolo.
Io ti spiavo muto pa’
spiavo la vita che usciva
guardavo bene
come finiva.
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