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Incidere le rune

Autore: George Mackay Brown
Curatela: Giorgia Sensi
Prefazione: Kathleen Jamie
Collana: Interno Novecento
ISBN: 979-12-81315-06-8
Data di pubblicazione: 22 settembre 2023
Pagine: 164
Formato: 13×19 cm

14,25

Product ID: 10085 Categoria:
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Per la prima volta in Italia l’antologia delle poesie di George Mackay Brown (Stromness, Scozia, 1921-1996), il cantore delle Orkney Islands. Il titolo del volume, tratto dall’epitaffio inciso sulla sua lapide, «Incidere le rune, poi accettare il silenzio», rappresenta bene il compito e il lavoro che il poeta e scrittore scozzese ha compiuto per tutta la sua vita «portuale», una vita vissuta in maniera appartata all’insegna della scrittura, una quotidianità costruita e protetta intorno alla sua amata solitudine, compagna fedele, insieme ai malanni che lo colpirono, in uno degli angoli più belli e remoti del Nord Europa, in questo volume magistralmente messi in versi nella traduzione italiana di Giorgia Sensi.

 

Un lavoro per i poeti

Avere inciso sulle giornate della nostra vanità
Un sole
Una nave
Una stella
Una spiga

Anche qualche segno
da un tempo antico, scordato
che un bimbo possa leggere

Che non lontano dalla pietra
un pozzo
si possa aprire per i viandanti

Ecco un lavoro per i poeti –
incidere le rune
poi accettare il silenzio

 

A Work for Poets

To have carved on the days of our vanity
A sun
A ship
A star
A cornstalk

Also a few marks
From an ancient forgotten time
A child may read

That not far from the stone
A well
Might open for wayfarers

Here is a work for poets –
Carve the runes
Then be content with silence

 

 

*

 

 

Rackwick
(per Ian MacInnes)

Non si mormori invano qui.
Tra quelle grosse scogliere rosse,
sotto quel grande cielo mite
resta l’ultimo incantesimo di Orkney,
segreta valle di luce.
Dolcezza che scende dalle nuvole,
canti dal mare impetuoso.
Campi sconfinati, pescatori con aratri
e vecchi eroi, che dormono per sempre
nelle benevoli colline di Rackwick.

 

Rackwick
(for Ian MacInnes)

Let no tongue idly whisper here.
Between those strong red cliffs,
Under that great mild sky
Lies Orkney’s last enchantment,
The hidden valley of light.
Sweetness from the clouds pouring,
Songs from the surging sea.
Fenceless fields, fishermen with ploughs
And old heroes, endlessly sleeping
In Rackwick’s compassionate hills.

 

 

*

 

 

Casa d’inverno

Finalmente, la casa d’inverno. Trovi
sul davanzale
un prezioso arabesco di ghiaccio, un fiocco di neve.

Apri una porta buia. Sbattuta dal vento,
una falena dorata! Poi
una fiamma di candela, alta e tranquilla.

È una casa amara. Sulla soglia
gli uccelli muoiono di fame.
L’insegna sopra la porta è sbiadita e contorta.

Dentro una camera, guarda
un ramo brullo, spinoso.
Aspetta. Si schiude una gemma: una rosa bianca.

Pensiamo, nel cuore della casa
una tavola è apparecchiata
con caraffa di vino e pane spezzato.

 

House of Winter

At last, the house of winter. Find
On the sill
Intricate ice jewellery, a snowflake.

Open one dark door. Wind-flung,
A golden moth! Soon
A candle flame, tranquil and tall.

It is a bitter house. On the step
Birds starve.
The sign over the door is warped and faded.

Inside one chamber, see
A bare thorn.
Wait. A bud breaks. It is a white rose.

We think, in the heart of the house
A table is set
With a wine jar and broken bread.

Nota biografica

George MacKay Brown è nato a Stromness, Orkney (Scozia), nel 1921 e là è morto nel 1996. A parte qualche breve viaggio a Edinburgo, Brown passò quasi tutta la vita nella cittadina portuale di Stromness. Dopo la morte della madre visse solo. Non si sposò, non ebbe figli. Ebbe amici e corrispondenti ma protesse la sua solitudine. La compagna della sua vita fu la cattiva salute, era malato di tubercolosi. La malattia fu una nemica ma gli risparmiò di essere reclutato per la Seconda Guerra Mondiale, e gli permise di rifiutare viaggi o lavori gravosi. Negli anni della maturità visse in un piccolo appartamento che servì da porto dal quale la sua opera prese il largo. Scriveva ogni giorno al suo scrittoio, con penna e inchiostro. Oltre alla numerose raccolte poetiche scrisse romanzi (tra i più famosi Time in a Red Coat, Beside the Ocean of Time, Greenvoe), lettere, testi teatrali, numerosi racconti e una breve autobiografia, For the Islands I Sing.