Una raccolta plurilingue, quasi anticipazione del linguaggio europeo di domani, che ripercorre, senza superflue nostalgie, amicizie letture e viaggi transalpini dell’autore, francese nativo di Roma: «Corre e corre l’autobus verso la forse mia città / antica sempre nuova nel tardo pomeriggio di sole / già infreddolito e buio e sembra polveroso / ma è ancora febbraio il mese dell’ilare poeta / che andiamo a celebrare […]»
A Silvia (un’altra)
Ti ho sognata Silvia stanotte –
da quanti anni… avevi due figli
e piegavi in silenzio vestiti
asciugamani calze calzini
intenta come allora ai tuoi studi
mentre toccavo la tua valigia
già pronta la cerniera incollata
da me tanti anni prima e teneva
attraverso un ricordo oltre il tempo
e te lo dicevo accarezzando
l’orrendo scotch e tu sorridevi
senza muovere ciglio pudica
senza smettere con tenerezza
e “lontana come in uno specchio”.
Il male del tempo mi svegliava.
(23-03-17, sei del mattino)
*
Quasi un madrigale
Madre, lo sai che ormai
potrei essere tuo nonno?!
E con ciò vorrei farti ridere
là dove sei – se sei – e
compensare un poco il male
che ti è stato fatto un giorno
per sempre, fredda madre,
da noi vivi – anche da me –
“sedicenti / vivi” (Montale).
Dal fogliame qualcuno ride.
(23-03-2016)
*
Sol
pensar sol
pulsar seul
Penser à rien
Pensare a niente
l’aria è fine e chiara
l’air est fin et clair
Il voit une brindille
Vede uno strepponcello
e torna a quel film con l’occhio
retourne à quel film où l’homme
D’acier fixait un point infime
Cyber fissava un punto minimo
il focus come pensiero
la mise au point est pensée
Précise sans penser
Presta sanza pensare
a niente cammina
à rien en chemin
Vers quel nouveau
Verso qual nuovo
disastrato
désastreux
Voiage
(Plaschg)