L’opera prima di Germani Riccardi è la mappa di una geografia interiore, un viaggio tra le “cose possibili”, vissute e offerte ai lettori con sguardo poetico. Come riporta Valerio Grutt nella prefazione, l’autrice “canta la sorpresa dell’essere, del sentire, dello stare insieme alle cose del mondo. La sua è una scrittura che genera, dove tra sbalzi e tuffi in profondità, ogni cosa diviene specchio dell’interno con l’esterno, del niente con il tutto, dell’universo con se stessa. Con grazia e leggerezza Martina ci porta alla continua ricerca della matrice, dell’attimo che tiene dentro tutto il tempo. E lo fa senza orpelli concettuali o filosofici, come un piccolo oracolo pop rock, con una voce contemporanea e fresca, che chiama la vita e mette a fuoco ogni dettaglio del giorno.
In questo canzoniere del bene c’è una sincerità senza veli, una semplicità mai macchiata dalla retorica, ogni trovata non è mai fine a se stessa, in ogni piccolo gioco batte il gioco grande della vita con le sue passioni e i suoi dolori, con le mancanze e le conquiste…”.
gli altri mi entrano ed escono dal cappuccio
senza riuscire a prendermi
senza trovarmi, mentre
sto correndo
forte, fino
a toccare acqua
per lasciar nuotare un biglietto
libero
che dice
io ti voglio
tra le cose possibili
*
innanzitutto ci sono i limiti, hai detto.
eri distesa qui accanto, l’odore era lo stesso.
era cambiato il resto per intero.
ho pensato è strano vederti sapendoti altrove.
ho ripetuto qui dentro innanzitutto ci sono i limiti.
ma è una cosa a cui non penso mai per prima.
ragiono in termini di macelleria,
di fare a pezzi i resti per non farmi spezzare
spolpare
quanto possibile la carne, le combinazioni
saltare
distruggere e ricominciare:
immaginando un altro modo sempre
di stare al mondo
perché sia mio, nostro davvero
*
dire sempre
la stessa preghiera.
pensare le stesse parole.
dirsi mi dispiace,
non sono tutti figli miei.
chiedersi fino a dove.
scoprire che era più facile.
essere più spaventata che altro.
non darsi il permesso.
non perdere
l’occasione di dare.
farti promesse d’aria,
dirti non è detto.
dormire dall’altro
lato del letto,
e lavare a casa nostra i nostri panni.
vivere da essere umano
e dare una famiglia al dolore.
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