“Le parole accanto” di Michela Zanarella rappresentano l’apice di un percorso che non è soltanto poetico, e dunque di ricerca stilistica, ma racchiude l’impronta di un’esistenza che si fa matura e sa accogliere e raccontare la gioia e i dolori del proprio percorso di vita. Nella sua saggia prefazione, Dante Maffia avverte come in Zanarella “l’esperienza personale, anche all’interno degli affetti più intimi, ha lasciato tracce indelebili che tornano a dettare ombre, eppure non troviamo il minimo di recriminazione, non troviamo anatemi. La poetessa ha assorbito tristezze e dolori e ne ha fatto parole di poesia con una semplicità che, come vado sostenendo da decenni, è il solo mezzo per riuscire ad ottenere della vera poesia, quella che rinnova la sostanza della realtà e perfino della verità”.
Impara a custodire il tempo
Impara a custodire il tempo – mi dicevi
come se fossi in punta di piedi
a sciogliere le trame della vita.
E io che non capivo
fingevo di contare le nuvole
tra cumuli d’azzurro
per farle esistere anche oltre la luna.
Mi chiedevo, sai, cosa fossero i giorni
e perché dopo la luce ci fosse il buio
ma non sapevo che tu volessi insegnarmi
ad amare gli attimi,
quelli fatti di respiri accennati
e quelli infranti quasi alla deriva.
Allora era un gioco
indovinare il senso delle tue parole
e dare un ordine alle stagioni,
ora è la misura dei miei passi
che ho scelto in piena volontà
per farmi donna adulta
che sa quanto conta un’alba
e quanto valgono i silenzi
nascosti tra le lacrime.
Non so se ho imparato abbastanza
ma riesco ad aprire gli occhi al cielo
e a non buttare via niente
di ciò che appare e scompare.
Tengo stretta la tua voce
e quel consiglio sussurrato piano
che mi ricorda di te
e delle estati consumate
a chiamare lucciole sui prati.
*
Dove la Brenta
È l’odore di nebbia
che mi rassicura.
Sto nelle schiene verdi
della mia terra
dove la Brenta
ha rami limpidi
e voci silenziose.
Mi è cresciuto in vena
quel docile orizzonte
fragile di sole
e so dove hanno fermento
le nuvole.
Legata ai vezzi del cielo
lascio che il tempo smuova
le sorti della pianura.
Se ascolto la pelle
vedo lembi di fiume
e ad un palmo la mia origine.
*
Prendimi per mano
Prendimi per mano
ora che il tempo
si è stretto intorno alla memoria
prendimi per mano
come facevi allora
mentre io sparpagliavo colori
addosso al vento,
mentre il cielo fuori
raccontava cenni di sole.
Dammi quello sguardo
di padre che protegge e consola
ricordami il respiro dei tuoi passi
dietro ai miei
e prestami quel silenzio
che riordina la vita
quando le distanze
preparano gli occhi
ad un addio.
Prendimi per mano
senza mai togliere l’affetto
senza far fuggire dalla pelle
quella somiglianza
che ci fa sembrare nuvole
poggiate al mare.
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