Dalla prefazione di Isabella Bignozzi: «In questo Non è mai notte non è mai giorno ci sono storie precise, che un narratore non saprebbe così compiutamente porgere, ma la cui sintassi è scomposta e ricomposta in immagini d’altrove: diviene fluida e soave la vita, in continuo fecondo dissesto; il mondo è riscritto da una gentilezza sensitiva, che percepisce tutto aumentato in potenza, santo in presenza, perché porta tra le ciglia il filtro di una pietà profondissima. La poesia per sua natura “espone”, ma è necessario un equilibrio tra intensità del portato e grado di esposizione nella parola. Nei versi di Francesca Serragnoli c’è quel pudore che è sintomo di vera libertà morale di fronte agli spaventi del vivere».
Nel tuo sguardo
ci passa l’inverno
un passero abbattuto
incustodita oscurità
la rete scivola sulla spalla
come l’uncinetto di un’ombra
i tuoi tre passi per volare
danno un contraccolpo
che nei miei occhi
un palazzo cede
non è mai notte
non è mai giorno
Michelangelo
tiene chinata la pietà
come una fontana attende
la tua bocca rossa avvicinarsi.
*
Quale allegria potrà ridarmi
quel passo veloce
il trambusto scuro di un salto
una corsetta
quando alzi velocemente la mano
la ritiri e corri via
quando il tuo viso solleva
quel bicchiere trasparente nella notte
e voltandomi, alzo il mio
come una rosa
inarcandosi
riposa la guancia stanca
nel calice dell’aria
alla farfalla cadono le ali nel vino
fa delle ali una capanna
del volo una casa
un refolo di vento
la solleva un’ultima volta.
*
Tuo figlio avrà sempre vent’anni
demolirà i giorni
e tu riderai del gioco infame
e lo manderai ancora al quel paese
e lui avrà vent’anni
per l’eternità
quell’euforia disperata
ti scompiglierà i capelli
allora avrai tu vent’anni
la pioggia dei giorni
sarai lapidata fra fiori e sassi
passerai la vita a raccogliere fiori
fino a diventarne il profumo
l’espressione bianca fra le api
un turbamento spalancato
le chiavi appese
diventerai l’estate
a picco sul mare