La prima antologia italiana interamente dedicata alla poetessa Rachel Bluwstein (1890-1931), nota al pubblico come Rachel, simbolo mai scalfito dal tempo del movimento pionieristico ebraico e madre fondatrice della tradizione poetica israeliana al femminile. Benché Rachel sia considerata una delle poetesse “nazionali” d’Israele, spesso nel corso dei decenni la sua opera è stata relegata a un ruolo minoritario, se non, addirittura, fraintesa. Soltanto di recente la critica ha saputo restituirle la giusta collocazione all’interno del canone poetico, mostrando l’intento rivoluzionario della sua scrittura. L’amore deluso, la nostalgia, la solitudine sono parte integrante dell’universo poetico di Rachel. Tuttavia, accanto a questo, troviamo una donna risoluta, consapevole della propria realtà, passionale e, soprattutto, dotata di un progetto poetico molto preciso.
בִּבְדִידוּתִי הַגְּדוֹלָה
בִּבְדִידוּתִי הַגְּדוֹלָה, בְּדִידוּת חַיָה פְּצוּעָה
שָׁעוֹת עַל שָׁעוֹת אֶשְׁכַּב. אַחֲרִישׁ.
הַגּוֹרָל בָּצַר בְּכַרְמִי אַף עוֹלֵלוֹת לֹא הוֹתִיר.
אַךְ הַלֵּב הַנִּכְנָע סָלַח.
אִם הַיָּמִים הָאֵלֶּה אַחֲרוֹנֵי יָמַי הֵם –
אֱהִי-נָא שְׁקֵטָה,
לְבַל יַדְלִיחַ מִרְיִי אֶת כָּחֳלוֹ הַשָּׁקֵט
שֶׁל שַׁחַק – רֵעִי מֵאָז.
–
Nella mia grande solitudine
Nella mia grande solitudine, una solitudine di animale ferito
ora dopo ora io giaccio. In silenzio.
La mia vigna l’ha spogliata il destino e non un solo rampollo è rimasto.
Ma il cuore, ormai vinto, ha perdonato.
Se davvero sono questi i miei ultimi giorni voglio esser calma,
perché l’amarezza non intorbidi il quieto blu
del cielo, mio compagno di sempre.
*
לֹא גוֹאֵל – וְקָרוֹב כָּל כָּךְ,
לֹא נָכְרִי – וְכָל כָּךְ רָחוֹק,
וּתְמִיהָה נְבוֹכָה יִצֹּק
הַמַּגָע הָרָךְ.
הֲתִזְכֹּר? סָגְרוּ הַקִּירוֹת
וּמֵעַל לֶהָמוֹן הַזָּר
מִקּוּרֵי-מַבָּטִים נִשְׁזַר
גֶּשֶׁר – אוֹת.
אִם הִכְאַבְתָּ – בָּרוּךְ הַכְּאֵב
יֵשׁ לַכְּאֵב חַלּוֹנוֹת צַחִים,
נְתִיבִי בְּצִדֵּי דְרָכִים
וְלִבִּי שָׁלֵו.
–
Non congiunto, eppure così vicino,
non straniero, eppure così lontano,
uno stupore confuso infonde
il tocco delicato.
Ricordi? Chiudevano i muri da ogni parte
e sopra una folla sconosciuta
da ragnatele di sguardi si tesseva
un ponte – un segno.
Se mi hai ferita, benedetto il dolore.
Possiede il dolore finestre cristalline.
Il mio sentiero corre ai margini delle vie maestre,
è calmo il mio cuore.
*
בְּגַנִּי נְטַעְתִּיךָ,
בְּגַנִּי הַמֻּצְנָע – בְּלִבִּי.
הִשְׂתָּרְגוּ פֹּארוֹתֶיךָ
וְעָמְקוּ שָׁרָשֶׁיךָ בִּי.
וּמִשַּׁחַר עַד לַיְלָה
לֹא יִשְׁקֹט, לֹא יַרְגִּיעַ הַגָּן –
זֶה אַתָּה בּוֹ, אַתָּה בּוֹ
בְּאַלְפֵי צִפֳּרֶיךָ רָן.
–
Nel mio giardino ti ho piantato,
nel mio giardino segreto, il mio cuore.
Intricati son divenuti i tuoi rami
e profonde in me le tue radici.
E dall’alba alla notte
non tace, non si placa il giardino
perché ci sei tu, tu
con i mille uccelli del tuo canto.