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Rauco in noi un linguaggio

Autore: Jean-Charles Vegliante
Traduzione e cura: Mia Lecomte
Testo a fronte: Francese
Collana: Interno Books
ISBN: 978-88-85583-62-7
Data di pubblicazione: 30 settembre 2021
Pagine: 104
Formato: 11×17 cm

14,25

Product ID: 8067 Categoria:
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Poeta e traduttore, Jean-Charles Vegliante è stato professore e direttore di ricerca presso la Sorbonne Nouvelle di Parigi e si è occupato criticamente di poetica, traduzione e più ampiamente di ricezione e transfert culturali. Nato a Roma ed emigrato ancora bambino in Francia, bilingue, la sua poesia colta e musicale, raffinata e compassionevole, è il risultato della combinazione della migliore tradizione poetica dei due paesi. È “intreccio e collisione” dei due sistemi linguistici e poetici, come ha scritto Giovanni Raboni: «un poeta che viene da una grande tradizione come quella francese, ma anche, contemporaneamente, da una grande tradizione come quella italiana: esse risultano in qualche modo intrecciate, come se una filtrasse dentro l’altra, e interagisse con l’altra non in momenti successivi, ma in una sorta di compenetrazione assoluta». Il presente volume, curato da Mia Lecomte in occasione del conferimento del Premio Ceppo Internazionale Poesia “Piero Bigongiari”, raccoglie una scelta di testi dalle ultime tre raccolte di Vegliante pubblicate in Francia e alcuni inediti.

 

 

Papiers entassés là, stratifications
de mots dans les tranches d’ombre, repentirs
d’où émerge parfois une source vive
un temps couverte, oubliée, qui tout à coup
émeut la poussière du bureau où l’on
relit sans reconnaître mais leur emprise
était une demeure depuis toujours.
Vous prenez alors un cahier neuf ligné
ou à carreaux, laissant par timidité
la première page blanche et recopiant
comme autrefois “au propre” les quelques bouts
de quelque chose qui deviendra peut-être
si l’on peut dire ça – un poème – ou bien
vont rester là perdus, bientôt orphelins.

Cumuli di carte là, stratificazioni
di parole nei tagli d’ombra, pentimenti
da cui a volte emerge una fonte viva
un tempo coperta, dimenticata, che a un tratto
commuove la polvere dello scrittoio dove si
rilegge senza riconoscere ma la loro tenuta
era dimora da sempre.
Prendi allora un quaderno nuovo a righe
o a quadretti, lasciando per pudore
bianca la prima pagina e ricopiando
come un tempo “in bella” alcuni estremi
di qualcosa che diventerà forse
se si può dire – una poesia – oppure
resteranno là perduti, presto orfani.

 

*

 

L’urne où étaient quelques cendres
avec les parfums de ta langue
est brisée. La pluie détrempe
les os futurs du corps de gloire.
Recoller les tessons – traduire…
tout est silence
sous les paroles
étrangères

L’urna dov’erano alcune ceneri
con i profumi della tua lingua
è rotta. La pioggia imbeve
future ossa del corpo glorioso.
Rincollare i frammenti – tradurre…
tutto è silenzio
sotto le parole
straniere

 

*

 

Elle est désormais à l’intérieur de toi
qui pleure parfois sans bruit, qui dit qu’elle est
petite maman comme l’odeur de camphre
comme le revers préservé de l’habit,
du chapeau rose d’autres noces, comme entre
chien et loup le souvenir d’injustes fois
(combien?) où l’envie de disparaître met
sous les paupières l’ambre des jours ternie
et tu écoutes plié vers cette voix
qui ne ressemble à rien, que tu ne peux pas
effacer, la bande passera quand même,
tu la redis dedans, tu penses je crois
qu’il faut être présent pour tous ceux qu’elle aime
sans retour, dans le soir brusque qui l’emmène.

Oramai lei è dentro di te
che piange a volte silenziosa, dice che è
mammina come l’odore della canfora
come il risvolto intatto dell’abito,
del cappello rosa di altre nozze, come
all’imbrunire il ricordo di occasioni ingiuste
(quante?) in cui la voglia di sparire mette
sotto le palpebre l’ambra dei giorni torbida
e ascolti piegato verso quella voce
che non somiglia a niente, non puoi
cancellare, la banda passerà comunque,
te la ripeti dentro, pensi io credo
si debba essere presenti per tutti quelli che lei ama
non corrisposta, nella sera che brusca l’accompagna

Nota biografica

Jean-Charles Vegliante vive a Parigi. Già ordinario presso la Sorbonne Nouvelle (Paris 3), è autore dell’ormai classico "D’écrire la traduction" (PSN,1996-2000). Ha tradotto "La Commedia" di Dante (Gallimard, 2012-14), le "Canzoni" di Leopardi (in collaborazione, 2014) e G. Pascoli, "L’impensé la poésie" (scelta con saggio, Mimésis, 2018). Inoltre D’Annunzio, Montale e poeti del secondo dopoguerra come F. Fortini, G. Raboni, A. Rosselli, M. Benedetti, E. De Signoribus; e, in italiano, F. Ponge, Ph. Denis, F. Muir e altri. Una sua antologia della poesia italiana (con alcuni testi dialettali) è uscita a puntate sul sito «Recours au Poème». Ha pubblicato le raccolte "Rien commun" (Belin, 2000), "Nel lutto della luce" / "Le deuil de lumière" (Einaudi, 2004, trad. G. Raboni), "Urbanités" (Lavoir Saint-Martin, 2015), "Pensiero del niente" (Stampa2009, 2016, trad. F. Piemontese), "Où nul ne veut se tenir" (Bruxelles, La Lettre volée, 2017, distinto dall’Académie française), "Trois cahiers avec une chanson" (Atelier du grand tétras, 2020) e "Fragments de la chasse au trésor" (Tarabuste, 2021, prosa con poesie e immagini). Nel 2021 ha vinto il Premio Ceppo Internazionale Poesia “Piero Bigongiari”.