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Sofia ha gli occhi

Autore: Verusca Costenaro
Prefazione: Andrea Sirotti
Postfazione: Mia Lecomte
Collana: Interno Libri
ISBN: 978-88-85583-13-9
Anno: 2018
Pagine: 88
Formato: 11×17 cm

9,50

Product ID: 459 Categoria: Tag:
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Dalla prefazione di Andrea Sirotti: “La raccolta di Verusca Costenaro s’incentra su Sofia, un alias dell’autrice, una figura-specchio introdotta come un’artista della fuga, autodefinizione che compare nell’epigrafe del libro tratta, come del resto il nome stesso del personaggio, da un romanzo di Paolo Cognetti. Sin dall’inizio, dunque, l’autrice stabilisce un’esplicita correlazione con un’altra opera letteraria, dichiarando l’intenzione di rapportarsi dialetticamente con altri generi letterari e, per estensione, anche con altre forme di espressione artistica, come la musica e la fotografia.

È questa la natura più vera ed essenziale dello stile di Costenaro. Una poesia dialogante, la sua, alla ricerca instancabile di un interlocutore (un Altro da sé spesso assente o inadeguato, una città personificata, un’amica che ascolta, una proiezione del sé o del femminile). Ricerca che si rivelerà vana o perlomeno ardua, ma altrettanto necessaria e inevitabile.
Il dialogo si attua anche attraverso l’uso delle altre lingue padroneggiate dall’autrice (inglese, francese) e delle relative auto-traduzioni, come se ogni lingua fosse una componente bizzarra ed elusiva di una sfaccettata identità che deve essere ricondotta a un’unica appartenenza”.

Sofia

Sofia si veste al contrario
e ha gli occhi sulla luna.
Muore ogni giorno più o meno alla stessa ora
sulle scale del condominio
inerme a Milano
dentro un cono gelato
al cemento
sfogliando resti di margherite
al Parco Nord.
Muore
di attese e ritorni spalmati di miele
invischiati nel sapore di un ricordo.
È quella che si ferma a fotografare le nuvole
a pioggia sui grattacieli, respira
col fiato di chi ha sempre 11 anni,
rincorre farfalle ai limiti del cielo.
Tutta la vita a cercare di appartenere a qualcos’altro
oltre che a sé stessa.

 

*

 

Angeli

I rapporti impenetrabili
le scie dei gelsomini di Mestre
scarpe stanche sul davanzale
e le paure sul comodino.

Quei due non sono angeli
ma gli angeli li attendono sotto casa
taciturni al tavolo di un ristorante
o atterrati ai binari di una stazione.

Dipende sempre dalle circostanze
ma le circostanze fanno la differenza
fanno lei che gli dorme accanto
o lui che si riveste e se ne va.

C’è che a volte l’apparenza urla
il biancore non fa chiarezza
la pazienza sola non basta
e una bocca non porta pace.

Lui sempreverde vincente di partenze scomposte,
lei arresa e rasa a suoli smarriti in attesa di angeli.

 

*

 

La fine della città

La città è finita
non c’è più
se ne è andata
scappata
migrata
città migrante
stanca di raccoglier gente
e speranza in cambio niente.
La città sogna il tocco di nuovi piedi
sui marciapiedi
cadere innamorata di nuovi gabbiani
nei cieli lontani
planare dentro i sogni in bilico sui cornicioni
accanto ai gatti sui tetti in calore
prima di addormentarsi sfatta di smog e sonno
sulle punte degli alberi in fiore.

 

*

 

Che fine (l’impossedibile)

Spazi. Sofia gli dice che avranno
sere sfatte di ossa sui divani
al riparo dai venti.
Le loro voci si sazieranno
bastandosi nelle onde tivù, avranno
coperte rinfuse a salvarsi i ginocchi
e gli occhi, lei accenderà luci candele
e lui le spegnerà a risate,
si parleranno bocca in bocca
come parenti ritrovati in un ricordo.

Lui le ricorderà che possiede il mondo
lei gli ripeterà che non possiede
l’impossedibile:
un amore a lunga prova di scadenza
la certezza del sogno
le città che le hanno camminato gli anni.

La tregua somiglia così tanto
al respiro di certe sere salvavita
e quei due ancora non sanno
che fine gli faranno
le mani e i pianti.

 

 

Peso 90 g
Nota biografica

Verusca Costenaro (Marostica, 1974), laurea in Lingue e Letterature Straniere (Università Ca' Foscari Venezia) e dottorato in Linguistica Inglese (Università degli Studi di Padova), vive e lavora a Firenze. Ha pubblicato "La misura che non si colma" (LunaNera, 2013) e la plaquette "Senza il sogno e con la pazienza" (Le Murate, 2017). Sue poesie hanno ottenuto menzione speciale al Festival DialogArti, e al Concorso San Domenichino. Come traduttrice ha curato la raccolta "Canto Mediterraneo" di Nathalie Handal (Ronzani, 2018).

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